Applicazioni
Adesione al Movimento Agende Rosse
IO SONO UNA AGENDA ROSSA
Organizzatore::
PER UNA NUOVA RESISTENZA
Tipo:
Incontri - Ritrovo
Rete:
Globale
Inizio:
mercoledì 3 febbraio 2010 alle ore 5.20
Fine:
mercoledì 2 giugno 2010 alle ore 23.55
Luogo:
Italia
Descrizione
, ti invito, con questo messaggio, a volere dare la tua adesione, se non lo hai già fatto, al Movimento delle Agende Rosse, adoperando a questo scopo il link allegato. Ti chiedo per questo di fornire alcuni dati che mi sono necessari per individuare, dal punto di vista territoriale, la dislocazione degli aderenti al movimento e per potere facilitare le comunicazioni tramite liste di distribuzione email dato che le comunicazioni attraverso FaceBook risultano particolarmente complesse per gruppi che superano i 5000 aderenti. Ti assicuro ovviamente che i dati forniti resteranno solo in mio possesso, che potranno essere cancellati nel momento in cui tu dovessi richiederlo e che verranno utilizzati solo per comunicazioni relative al nostro movimento.
http://www.19luglio1992.com/index.php?option=com_content&view=article&id=2425:form&catid=40:manifestazioni
Il movimento delle "Agende Rosse" è un movimento spontaneo a cui fino ad oggi non avevo voluto dare alcuna organizzazione ed alcuna veste ufficiale, è un movimento di giovani e meno giovani che hanno adottato questo simbolo per manifestare la loro rabbia e la loro voglia di Verità e di Giustizia.
Fino ad oggi quello che ora chiamano "il popolo delle Agende Rosse" era costituito prima da poche decine, poi da poche centinaia di giovani e meno giovani che venivano ai miei incontri e si indignavano con me a sentire la storia di questa agenda sottratta dalla macchina di Paolo Borsellino subito dopo la strage e mai più ritrovata, giovani e meno giovani che in ogni manifestazione in cui ci siamo ritrovati insieme in tante città d'Italia levavano in alto dei cartoncini rossi autocostruiti a rappresentare l'agenda, la loro rabbia e la loro voglia lottare per cambiare questo nostro disgraziato paese, perché finalmente venga fatta Giustizia.
Perché non ci può essere Giustizia, non si può credere nella Giustizia fino a quando non bastano, per arrivare alla fase dibattimentale di un processo, delle prove fotografiche e le riprese di una telecamera che mostrano chi dopo avere prelevato la borsa di Paolo che sicuramente quell'agenda conteneva, si allontana dalla macchina di Paolo ancora in fiamme,
Non bastano perché tutti i processi che potrebbero portare ai veri mandanti di quella strage devono essere fermati a costo di sbattere in faccia all'opinione pubblica sempre più distratta una sentenza di assoluzione assurda e un verdetto della Corte di Cassazione ancora più assurdo.
L'opinione pubblica è ormai distratta, assuefatta, rassegnata ma quei pochi esaltati con i loro cartoncini rossi levati in alto a poco a poco sono aumentati, sono diventati sempre di più, è cresciuta la loro rabbia e il 19 luglio di quest'anno è successo qualcosa di inaspettato.
E' bastata la loro presenza in Via DAmelio per fare si che, per la prima volta in 17 anni, gli avvoltoi che usavano venire ogni anno, in quel giorno, in Via D'Amelio ad assicurarsi che Paolo fosse veramente morto, si siano tenuti lontani e siano andati altrove a celebrare i loro riti di morte per un Giudice che non è morto ma è più vivo che mai nel cuore di quelle persone che alzano in segno di sfida, di rabbia e di amore le loro Agende Rosse.
Sono quelle stesse persone che, il 18 luglio, alle 15, sotto il sole a picco di Palermo quelle agende le hanno portate, su per le strade di pietra che da Via D'Amelio salgono al Castello Utveggio, un altro simbolo di Giustizia mancata e di Verità negata, e i massi lungo la strada sono stati riempiti di grandi scritte rosse che dicono "PAOLO VIVE" e le grida "FUORI LA MAFIA DALLO STATO", di "RESISTENZA" hanno rotto il silenzio di quel pomeriggio assolato lungo sentieri dove di solito si ascolta soltanto il frinire delle cicale.
E il 20 luglio quelle stesse Agende Rosse si sono ritrovate davanti al Palazzo di Giustizia di Palermo per promettere ad Antonio Ingroia, a Nino Di Matteo, a Roberto Scarpinato, a Francesco Messineo, a Sergio Lari che sarebbero stati loro la loro scorta, che non avrebbero permesso che anche loro venissero eliminati, senza sangue ma con gli stessi vili metodi adoperati con Luigi De Magistris, con Clementina Forleo, con Gabriella Nuzzi, con l'intera procura di Salerno.
Poi sono passati i mesi e quelle braccia levate in alto a sostenere delle Agende Rosse sono diventate sempre di più, ed erano migliaia e il 26 settembre a Roma dove hanno riempito le strade e le piazze al grido sempre più forte, ripetuto, ossessivo di "FUORI LA MAFIA DALLO STATO".
La stampa. i mezzi di comunicazione li hanno ignorati, solo pochi giornali e qualche televisione secondaria hanno riportato quelle scene di vera RESISTENZA, ma intanto i legami tra quelle persone che erano già nati sulla rete, che si erano consolidati con la presenza fisica a Palermo, che si erano rafforzati a Roma sono diventati sempre più forti, le Agende Rosse sono diventate sempre di più e in tanti hanno capito che non possono continuare a delegare le iniziative sempre alle stesse persone, che non debbono più consumare la loro rabbia e la loro ribellione a un potere sempre più oscuro restando dietro una tastiera e uno schermo, ma è necessario mettersi in gioco in prima persona e persone che non lo avevano mai fatto hanno fatto nascere iniziative nuove, nuovi incontri e hanno cominciato a spostarsi da una città all'altra per essere sempre presenti a queste vere assemblee di partigiani di una NUOVA RESISTENZA e RESISTENZA è l'urlo con cui si salutano levando sempre più in alto e con un gesto sempre più forte di orgoglio e di sfida la propria agenda.
Ma intanto comincia a succedere quello che avrei voluto che non succedesse.
Da un lato alcuni raggruppamenti di quella che chiamano la Società Civile, cominciano a prendere le distanze da noi. In un sistema in cui le associazioni antimafia tendono a istituzionalizzarsi, a ricercare appoggi e fondi da organismi pubblici e che per questo sono spesso costretti a compromessi , le Agende Rosse vengono viste come una anomalia, come un un pericolo. Un movimento che vuole restare un movimento di opinione, una associazione virtuale tra persone mosse dagli stessi sentimenti e dagli stessi ideali diventa quasi un corpo estraneo, qualcosa di cui avere quasi paura perché diverso, e dai diversi ci hanno insegnato ad avere paura.
E noi per contro veniamo accusati di lasciarci strumentalizzare da un partito politico quando invece ad alta voce, proprio al congresso di quel partito abbiamo detto di volere mantenere la nostra identità e la nostra indipendenza, di essere noi a volere strumentalizzare quel partito, a volere spingerlo a diventare il partito della gente onesta, quel partito che purtroppo in Italia ancora non esiste e in cui tanti avrebbero voglia di ritrovarsi se esistesse o se qualcuno di quelli esistenti avesse il coraggio di diventarlo.
Dall'altro lato, da più parti, in tanti, in troppi hanno cominciato a volersi appropriare del nostro movimento, a volere parlare in conto e per nome di questo e del Popolo delle Agende Rosse .
Io non permetterò che questo succeda, l'Agenda Rossa ci è stata già sottratta una volta e a farlo sono stati quelli che hanno organizzato la strage facendola diventare l'arma di ricatto sulla quale si reggono gli equilibri di questa seconda repubblica fondata sul sangue, adesso non permetteremo che questa Agenda Rossa che è diventata simbolo della nostra lotta venga utilizzata da qualcuno per i propri particolarismi o per acquistare visibilità, non permetterò a nessuno di parlare in nome di questo movimento magari sostenendo, per accrescere la propria credibilità, di averne ricevuto la delega o il benestare da parte mia.
Chiunque può dire di appartenere a questo popolo se realmente coltiva dentro al suo animo gli ideali di Verità e di Giustizia attornio ai quali questo movimento si è formato, è cresciuto e si è consolidato, ma nessuno dovrà e potrà dire di parlare a nome degli altri.
Ma, contrariamente a quanto credevo, per evitare che chiunque possa arrogassi il diritto di farlo, è necessario darsi un assetto, una regolamentazione, anche se la sua forza deve continuare ad essere soprattutto la spontaneità, il sentire comune di quelli che in esso si riconoscono e ne fanno parte che hanno nel cuore gli stessi ideali e per questi ideali sono determinati a combattere le stesse battaglie che fino ad ora abbiamo combattuto.
Non esisteranno e non si rilasceranno tessere, non si richiederanno contributi di iscrizione, ma sarà necessario, per l'organizzazione logistica delle manifestazioni e per l'invio delle comunicazioni, disporre di liste di indirizzi email e di contatti su FB per potere comunicare e fare le "chiamate alle armi" quando sia necessario manifestare e riunirsi per condurre una battaglia in nome dei nostri ideali.
Fino ad un anno fa sembrava una utopia che potesse esistere, crescere e consolidarsi un movimento come "Popolo delle Agende rosse" ma invece oggi c'è e a tanti comincia a fare paura perché noi ci siamo e combatteremo fino all'ultimo perché il sogno di Paolo e dei suoi ragazzi si realizzi.
Ed è un sogno semplice perché è soltanto un sogno di GIUSTIZIA, di VERITA' e soprattutto di AMORE
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